Sessa Aurunca : Lineamenti di storia urbana
Dalle origini alla fine del XV secolo.
L’odierna Sessa Aurunca è l’antica Suessa, città degli Ausoni – Aurunci, italici artefici di una grande civiltà. I ritrovamenti di materiale archeologico presso il ponte romano, o Ponte degli Aurunci, testimoniano l’esistenza su tale area di tombe risalenti all’VIII secolo a.C. e di un insediamento abitativo del VII secolo a. C. Tali resti fanno chiaramente presupporre l’esistenza di una popolazione stanziatasi sin dall’età protostorica. Nel IV secolo a.C. fu conquistata da Roma. Tra i personaggi illustri di questo periodo è da citare Gaio Lucilio, nato a Sessa probabilmente intorno al 148 a. C., ritenuto unanimemente “l’inventore” della satira. Nel 90 a.C., grazie alla Lex Julia municipalis, Sessa diviene Municipium; successivamente, prima dell’ascesa al potere di Augusto, intorno agli anni 30 – 28 a. C., riceve una nuova colonia che prende il titolo di Colonia Julia felix classica. A questo periodo risale, probabilmente, l’ultima edificazione della cinta muraria i cui resti sono ancora oggi visibili in varie zone dell’abitato. In età imperiale la cittadina sessana viveva certamente un periodo estremamente florido, tanto da essere definita da Cicerone: “lautissimum oppidum”, città ricchissima. Numerosi sono i resti archeologici databili all’età antica giunti sino ad oggi: il teatro, il criptoportico, il ponte romano. Dei primi secoli dopo Cristo poche sono le testimonianze a Sessa. La cittadina, all’inizio del periodo di dominazione longobarda, sembra essere isolata . Dal VI secolo fino al X secolo non si trova menzione della diocesi di Sessa, sede vescovile dal V secolo, in nessun documento storico. Solo in seguito alla conquista di Capua da parte dell’esercito normanno, nel 1064, si hanno notizie su Sessa e sulla sua diocesi. In questo periodo è la famiglia Dell’Aquila che detiene il potere giurando fedeltà a Federico nel 1215. Sessa, in questi anni, conosce un periodo di floridezza economico-sociale che si riflette anche sull’urbanistica della città : infatti, a questo periodo risalgono le fortificazioni murarie di età normanno-sveva sul lato est dell’abitato, l’ampliamento del Castello, costruito inizialmente in età longobarda su un sito romano, e la costruzione della nuova Cattedrale intorno agli anni 1103-1113. La città rimane fedele alla dominazione sveva. Alla corte di Federico II si trovava, tra gli altri, Taddeo da Sessa, giudice e segretario del sovrano. Una volta sconfitto Manfredi, a Sessa arrivano le truppe angioine. La città sarà feudo dei D’Aquino durante il regno di Carlo I d’Angiò. Nel 1360 il ducato sessano viene ceduto a Goffredo Marzano. Durante la dominazione della famiglia Marzano la cittadina conosce un periodo di prosperità, grazie anche ai favori che questi ricevono dai sovrani angioini. E’ con la dinastia angioina che si vengono a rinnovare e ampliare gli esistenti edifici religiosi e civili.. A questo periodo risale anche la creazione del borgo superiore che si estende intorno alle chiese di S. Leone, di S. Eustachio e S. Biagio. La famiglia Marzano continuerà a governare Sessa e il suo territorio anche dopo la conquista del regno di Napoli da parte di Alfonso d’Aragona., fino al 1464, anno in cui Marino Marzano, entrato in conflitto con re Ferrante verrà imprigionato nelle carceri di Castelnuovo. Al ducato Marzano risalgono, oltre al rafforzamento della cinta muraria, anche la riedificazione o l’ampliamento di numerosi edifici religiosi per la presenza di numerosi ordini tra i quali Domenicani, Francescani, Agostiniani. In questo stesso periodo, il Castello viene ampliato e ammodernato. Numerosi edifici civili vengono arricchiti, ristrutturati e costruiti ex novo secondo il gusto durazzesco – catalano che si andava diffondendo dalla capitale alla provincia del Regno. Tra i tanti edifici bisogna annoverare il Sedile di S. Matteo, riservato alla nobiltà sessana, rarissima testimonianza di costruzione civile ancora oggi conservata, seppure rimodernata secondo l’influenza neogotica. Con la discesa di Carlo VIII di Francia, Sessa si schiera al suo fianco tanto da essere elevata al rango di Arciducato. Tra il XIV e XV secolo donò i natali ad Agostino Nifo, celebre filosofo che insegnò nei più importanti Studi della Penisola e fu onorato da papa Leone X con il cognome Medici e a Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa, fine umanista e filosofo che ispirò Monsignor Della Casa per la stesura del suo “Galateo”.
Dal XVI secolo all’Unità d’Italia.
Con la conquista dell’Italia meridionale da parte degli Spagnoli inizia per Sessa un periodo storico ricco di avvenimenti ; in seguito alla battaglia del Garigliano del 1503, essa, nel 1507, è concessa al Gran Capitano Consalvo Fernandez de Cordoba. Tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento, la cittadina vive un periodo di floridezza economica che si manifesta anche con la realizzazione di edifici, soprattutto religiosi, tra i quali vi sono i conventi fondati dai Cappuccini e dai Carmelitani. Questi nuovi insediamenti religiosi vengono costruiti fuori dalle mura, tra la città e la campagna. Durante la Controriforma, si affiancano alle chiese già esistenti numerose confraternite ed istituzioni assistenziali. Con la conquista austriaca del regno di Napoli la situazione della cittadina e del suo territorio non muta . Nel 1734 i Borbone subentrano agli Austriaci e inizia, per il regno di Napoli, il dominio del giovane Carlo III. La regina Maria Amalia giunse a Sessa il 26 novembre 1744, pernottando all’interno del castello ducale. Sempre i sovrani borbonici passarono in prossimità di Sessa, località S. Agata, tra due ali di folla festante. Gli influssi del grande movimento illuminista napoletano si avvertirono anche a Sessa dove vi fu un’adesione alle nuove idee da parte di alcune famiglie, tra le quali Russolillo, Colacicco, Struffi e Transo che risultarono implicate nei fatti del 1799. Nel 1797 sotto la minaccia dell’invasione francese il re di Napoli rileva il feudo di Sessa per motivi di difesa militare. La città diventa sede di acquartieramenti e il castello, reso libero da tutti i residenti, ospita l’ospedale per le truppe militari. Le truppe francesi riescono a sconfiggere quelle napoletane e il 2 gennaio del 1799, guidate dal generale Kellermann, entrano pacificamente a Sessa. E’ da segnalare la rivolta di Cascano, una frazione del Comune, contro i Francesi, episodio che si conclude in un bagno di sangue e vede i sessani “perseguitati” dalle truppe francesi che instaurano anche la legge marziale. All’inizio di marzo poiché la situazione per la Repubblica partenopea si andava aggravando, le truppe francesi sono costrette ad abbandonare Sessa. Il canonico Gennaro Creta, nel Registro dei vescovi, riporta il saccheggio dell’Archivio vescovile e capitolare, perpetrato dalle truppe francesi proprio nel 1799, con preziosi documenti storici utilizzati dai pizzicagnoli. Sul trono napoletano ritorna Ferdinando IV che divide il Regno in tredici province, di cui una denominata Terra di Lavoro comprendente il territorio di Sessa. Inoltre, durante questo periodo, sono attuate diverse riforme e la soppressione dei monasteri e conventi, compresi quelli di Sessa. Contemporaneamente, vengono ampliate e rimodernate numerose chiese, tra le quali: la Cattedrale, l’Annunziata e il convento di S. Agostino.
Dalla metà del XIX secolo ai giorni nostri.
Dopo l’Unità d’Italia ampio fu il fenomeno del brigantaggio che si diffuse anche a Sessa e nei casali limitrofi. Per diversi anni la banda di briganti, guidata da Fuoco e Tommasino, agì sul territorio sessano operando furti, intimidazioni e sequestri di persona. Subito dopo l’Unità d’Italia la Chiesa sessana, vive un periodo critico : il clero va diminuendo anche a causa della chiusura del seminario diocesano (1866) e la sede episcopale rimane vacante per dodici anni, dal 1860 al 1872, in seguito all’allontanamento del vescovo mons. Girardi (1848 – 1866), accusato di essere ancora fedele ai Borbone. Nel 1927 il duce, Benito Mussolini, decise di sopprimere la provincia di Terra di Lavoro. A partire dal 1928 anche a Sessa venne istituita la figura del Podestà che sostituì quella del Sindaco. In questi anni si diede vita ad una campagna di scavi archeologici, diretti da Amedeo Maiuri, che mise in luce la cavea del teatro e gran parte del criptoportico romano. Per la sua posizione strategica, durante gli anni della seconda guerra mondiale, il Castello ducale di Sessa divenne sede del Quartier Generale per il fronte italo – francese, il cui comando era affidato al principe Umberto di Savoia. Le truppe tedesche nell’abbandonare Sessa fecero crollare, nella notte del 1 novembre 1943, il ponte che permetteva il collegamento con la via Appia. Alla fine della guerra ebbero inizio anni difficili soprattutto sotto l’aspetto socio- economico. Solo nel 1945 con la ricostituzione della provincia di Caserta Sessa rientrò nuovamente sotto la giurisdizione casertana.. Agli inizi degli anni Sessanta, il litorale marittimo, compreso nel territorio sessano, conobbe un forte sviluppo turistico dovuto alla nascita del complesso immobiliare Baia Domizia, località marittima che avrebbe dovuto lanciarla all’interno dei circuiti turistici nazionali ed internazionali. Con i terremoti del 1980 e 1984 si ebbero notevoli danni al patrimonio architettonico civile e religioso di Sessa e del suo territorio. Il terremoto, purtroppo, influì negativamente anche sul turismo. Inizi di un risveglio culturale si sono avuti verso gli inizi degli anni Novanta del XX secolo dando impulso a numerose attività di promozione dell’immenso patrimonio storico-artistico promosse continuamente dalla Diocesi, dall’Amministrazione Comunale, dalle varie associazioni e dagli operatori culturali presenti nella città di Sessa.